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In Evidenzia - Curiosità - Il Generale Pollio | |||||||||||
Il Generale Pollio
L’Istituto del Nastro Azzurro, del quale facciamo piacevole parte da vecchia data, per la prima decorazione al valore militare (1938), svolge una benemerita azione presso i giovani perché vogliano trovare in sé gli stimoli per essere migliori oppure imitino l’esempio di quelle figure esemplari per la vita e per le opere dedicate ad una società più consona ai basilari principi di civiltà e di progresso. In questa iniziativa, nella quale è di esempio anche il Presidente Nazionale Comandante Zanardi, vogliamo continuare ad inserirci anche noi dopo diversi compatrioti dei quali abbiamo più volte parlato (p.e.: Cesare Battisti). Ci dedichiamo questa volta alla nobile figura di un Comandante e di un italiano, il Tenente Generale Alberto Pollio, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano tra il 1800 e il 1900. Nasce a Caserta, 21 aprile 1852: fu un caso naturalmente ma vide la luce qualche secolo dopo… il giorno della fondazione di Roma. CARRIERA MILITARE • Collegio Militare di Roma; I sette anni dell’altissima carica (pochissimi, come generalmente e giustamente affermato: morì improvvisamente nel 1915, come descriveremo in dettaglio più avanti) furono caratterizzati da un continuo susseguirsi di idee, tradotte rapidamente in concrete iniziative brillanti: • per i quadri degli ufficiali e sottufficiali;
LO SCRITTORE
• “Custoza” (1886) in cui fece un lavoro coscienzioso su quella sfortunata campagna, mettendo in luce con
assoluta obbiettività e serenità gli errori che portarono al suo esito negativo; Una terza volta lo scrittore portò attenzione all’invasione di Napoleone (1906-1907) contro i russo-prussiani, in uno studio del 1906 che fu pubblicato solo nel 1935, in onore dell’83° anniversario della nascita del Generale Pollio. Nell’ambito della tattica, il Capo di S.M. provvide alla compilazione delle “Norme generali di impiego delle grandi unità” e delle “Norme di combattimento”. Non si può dimenticare che la fama del Gen. Pollio fu soprattutto generata dalla preparazione e dalla condotta dell’impresa libica, un capolavoro di genio militare.
LA TRAGICA SCOMPARSA
Ma la sua opera continuò, e i frutti del suo lavoro nella costante preoccupazione per l’efficienza dell’esercito si videro quando, circa un anno dopo, la nazione fu mobilitata per la prima guerra mondiale. I successori di Pollio raccolsero l’eredità della sua abbondante e proficua seminagione, sicché si può ben dire che la sua morte tolse a lui l’onore e l’onere di guidare il nostro Esercito. Ma egli fu presente nelle trincee e nelle retrovie, con la sua opera materiale e morale. E non si può guardare senza commozione la sua fotografia, nella quale egli è ritratto nella sua severa e attillata uniforme, con le massime onorificenze concessegli per quanto egli fece per l’Esercito e per il Paese. Né va omessa in chiusura l’affermazione del Generale tedesco Moltke: “un nemico che resterà sempre nella nostra memoria”.
Pubblicato sul periodico "Il Nastro Azzurro" n. 3 2008 |
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